Ventidue sono le osservazioni alla variante del PGT che il gruppo consiliare Sei Merate ha depositato lunedì scorso in Municipio in ottemperanza all’iter di approvazione che verosimilmente si concluderà dopo l’estate.
Attraverso le osservazioni Sei Merate intende chiedere alla maggioranza di riportare la variante al suo significato originario, quello tracciato dalla Delibera 56 del marzo 2014 che diede il via al procedimento di revisione che -è bene ricordarlo- prevedeva un “adeguamento dello strumento urbanistico al Programma Triennale delle Opere Pubbliche, “alcune revisioni cartografiche” e “la revisione delle norme per il recupero degli edifici esistenti”.
Purtroppo la variante adottata dalla sola maggioranza lo scorso febbraio va ben oltre i confini inizialmente definiti, prevedendo estese modifiche formali e sostanziali che vanno nell’ottica di una forte liberalizzazione e che rischiano di modificare in modo radicale il tessuto urbanistico della città.
Le osservazioni di Sei Merate, se venissero approvate, consentirebbero di smussare gli angoli più radicali della variante, prevedendo -a titolo esemplificativo- limitazioni ai cambi di destinazione d’uso degli immobili, il divieto di insediare sale gioco e locali di intrattenimento (FC8) nei tessuti produttivi e commerciali, lo stralcio degli esercizi pubblici dall’elenco delle funzioni compatibili previste nei tessuti storici a funzione residenziale, l’impossibilità di cumulare gli ampliamenti previsti dal PGT con quelli eseguibili in applicazione della LR 13/2009, il rafforzamento delle alberature di mitigazione per i tessuti produttivi, l’impossibilità di insediare esercizi commerciali e artigianali in edifici ubicati su aree agricole non più adibiti ad uso agricolo, l’impossibilità di utilizzare recinzioni metalliche all’interno del corridoio ecologico tra il Parco del Curone ed il Parco Adda Nord.
Una delle osservazioni verte infine sulla questione del TUC e chiede che ne venga eliminata la perimetrazione (che potrebbe dare origine a nuove edificabilità in occasione di future varianti) in funzione del reintegro della precedente definizione del Tessuto Urbano Consolidato.
L’iter di variante prevede ora l’espressione dei pareri degli organi superiori (Provincia e Regione) per poi tornare in Commissione per l’esame delle osservazioni ed infine in Consiglio per l’approvazione finale. L’auspicio è che in questi passaggi la maggioranza non si arrocchi nella difesa delle posizioni sino ad ora espresse, ma sia invece permeabile al confronto affinché si possa giungere ad una sintesi efficace.
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